
E poi, a tratti, impastata di te.
Senza motivo, senza ragione certa, senza un perchè logico.
Mi hai fatto molto, molto. Molto male, soprattutto.
La ferita non brucia, non brucia ancora, non si è ancora creata, è ancora tutto un grumo di te.
E ritrovarmi con la voce che trema a chiederti "Che significa qualcosa di grave?", e capire per un brivido lungo la schiena che significa volerti bene, che significa voler bene.
E anche se si tratta di una partenza, volerti bene è questo, è non riuscire ancora a rialzarmi dalla terra in cui mi hai sbattuto, e voler solo solo solo e soltanto poter dare qualcosa, qualsiasi cosa per evitarti questa sofferenza.
E sentirmi lacerata come se a partire dovessi essere io, e sentirmi capace di giocare ogni carta, se solo fosse possibile non sentirti con quel sorriso chiuso in gola.
Non ci rendiamo conto di quanta forza ci sia nell'amare, nel voler bene; quanta luce in potenza ci sia in questo gioco d'amore, qualunque sia l'oggetto di questo amore.
E vorrei poter tornare indietro a quando il nostro pensarci era solo sorriso, era solo futuro, era solo bello, era solo svegliarsi con la tua telefonata e non aver paura di te.
Non vorrei tu mi avessi mai guardata con indifferenza, quello sguardo mi brucia più delle tue parole troppo sbadatamente buttate su di me.
Vorrei poter rientrare nella tua lista, vorrei tu fossi stato quello giusto, vorrei tu ti rendessi conto che, amore mio, nessuno ce la darà mai più indietro questa avventura di Vita.
Che molto spesso le seconde possibilità non si presentano con questo nome addosso, e che poi non tornano. Non tornano, e rimanere invischiati in un avanzo di felicità è un attimo.
"Prendimi
che il mondo gira a vuoto
e tienimi per mano mentre poi cadiamoci giù
da un cielo che
perdendo tutto il suo sereno
all'improvviso cambia "
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