lunedì 2 novembre 2009

è dentro me, ma nella mente tua non c'è.

Buffo che qualcosa che singolarmente tocca, e singolarmente bagna in modo diverso, un sacco di gente, abbia un nome solo.
Riascolto - penso dopo anni - "emozioni" di Battisti, e ricordo il piumone che mi accoglieva in quel periodo del liceo in cui lo ascoltavo ogni giorno.
Già. Esistono i periodi. E le emozioni.
Puoi chiamarle così anche tu, puoi anche tu dire "emozioni"; ridicolo, non credi?
Oh si, lo diresti anche tu, se i tuoi specchi preferiti non fossero sempre così coperti di vapore.
Ma non mi importa di te ora, non mi va di pensarti, non mi va di nominarti.
Mi va di fissare queste poltrone, la tazza vuota vicino a me, il telecomando che funziona come segnalibro, e di fissarle in questo mio periodo vorticoso, ma sostanzialmente fermo.
Mi va di essere presuntuosa, mi va di crederci alla presunzione di un momento, mi va di ballare bella come la protagonista di quel bel film di settimana scorsa, mi va di muovere la testa al ritmo delle mie ballerine, mi va di non avere sonno per leggere.