giovedì 18 novembre 2010


Druido pensieroso,

queste righe sono per te.

Righe che si portano dietro la stanchezza di un giorno infinito, fatto di pratiche e di calcoli, di mutui e di perizie; di litigio con te.

Queste righe sono per te.

Te che stai leggendo questi pensieri sgangherati con quell’angolo alzato della bocca che conosco a memoria, che non vedo l’ora di rincorrere di nuovo.

Sono righe un po’ stanche, un po’ più lucide e disincantate di quelle che ti hanno portato verso di me qualche anno fa; lontanissime rispetto alla bimba che stava studiando per l’esame di ammissione ad un’università che è stata anche un po’ “tua”, righe sovrapposte alla donna che continua a sentirti nelle sue giornate.

Mi rendo conto che le ferite silenziose fatte di mancate telefonate e dell’impossibilità di farti aspettare sotto casa mentre finisco di truccarmi, mi hanno scavato dentro, e sono tutte lì che formano un grumo posto fra me e te; mi rendo conto che forse non sono così sbagliata per te, che forse non si tratta di inadeguatezza, che forse è solo che… che le cose belle a volte, semplicemente, non hanno spazio sufficiente per crescere.

Che sia “colpa” di un manipolo di comunisti, o di una responsabilità stupenda a forma di gnomo, non rientra comunque nelle mie attuali possibilità escludere il nostro legame dai miei giorni.

Caro Druido,

ora che posso parlare senza aver paura di sbagliare, ti dico il mio bene.

Ti dico tutto il mio desiderio di starti accanto senza che tu abbia paura che io possa minacciare la cosa più bella che hai; semplicemente, non lo farò.

Prendi queste parole e fidati, quattro anni e mezzo di dedizione non significano necessariamente follia; potessero avere un nome tutte le cose insolite di questo mondo..

Caro Druido,

ti scrivo e le parole non scivolano facili, e allora prego solo che un giorno tutto risulti più facile e tu possa capirmi più di quello che non riesci a fare ora.

Bene, tanto, il mio, prendilo tutto e cucilo addosso a te, e ricordatene quando non vorrai chiamarmi o mi penserai come una minaccia; chiedo solo questo a questa vita bistrattata da 24 enne in carriera.

Tua, fino in fondo... ma senza farti paura.

Laura